Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/413

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<J3 7 avverte eli essi la tenevano in feudo dalla sani a Sede. E poco appresso, ove io accenno a pag. 13 che i romani pontefici aveano il loro proprio Stato per le donazioni de’ Cesari, ella ci dà l’importante notizia che il cardinal Orsi ha spiegato quali parti dello Stato pontificio avessero i papi per le donazione de’ principi, e quali no. Così pure al tomo quinto, pag. 3, ripete nuovamente la dipendenza degli Estensi da’" papi riguardo a Ferrara, e accenna che da essi pure aveano ricevuto il loro dominio i Polentani, gli Ordelaffi, i Malatesti, co’ quali però io non arrivo ad intendere come V. P. reverendissima congiunga i Correggeschi, de’ quali io non avea finor saputo che fosser vassalli della Sede apostolica. E tanto si compiace ella nel ricordare che gli Estensi avean Ferrara dal papa, che ne fa di nuovo menzione nello stesso tomo quinto a pag. 8. Nè ciò ancora le basta: al tomo setlimo, parie prima, pag. 7 accenna i giusti motivi eh ebbero Giulio II, Leon X e Clemente \ Il di esser poco favorevoli ad Alfonso I duca di Ferrara, e cita il Rinaldi, forse con:e scrittore contemporaneo ed imparziale, all1 anno i5io, c finalmente a pag. 8 prende a giustificare Clemente VIII che privò il duca Cesare del ducato di Ferrara; e a provare quanto fosse in ciò ragionevole e giusto, ne porta le più convincenti pruove che portar si potessero, cioè le Bolle dello stesso Clemente, le quali non può negarsi che sieno contemporanee. Se il mio antecessor Muratori invece di avere a suo avversario monsig. Fontanini avesse avuta la P. V. reverendissima, ella certo con quelle Bolle alla