Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/83

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TERZO Ol)^ r aveano ingombra. Il P. Niceron ce ne ha poi dato un compendio (Móni, dcs Ho nini. ili. t. p. 226), e un più breve epilogo ne darem qui noi pure. La Pieve del Sacco nel territorio di Padova fu la patria del Davila, che ivi nacque a’ 30 di ottobre del i5~(.ì da Antonio Davila già contestabile del regno di Cipro, che, perduti in quell’isola tutti i suoi beni, quando i Turchi la presero nel 1570 , fu costretto a partirne. Gli furon posti i nomi di Arrigo Caterino in grazia di Arrigo III re di Francia e della reina Caterina de’ Medici, da’ quali era stato il padre beneficato nel soggiorno che per alcuni anni avea fatto in quel regno. Quindi volendo egli porre il figlio sotto la lor protezione, prima di’ ei giuguesse al settimo anno , il condusse in Francia , ove in Villars nella Normandia fu allevato presso il maresciallo Giovanni d’Hemery, marito di una sorella di suo padre. Passò poi a Parigi, e fu per qualche tempo alla corte , forse come paggio del re, o della reina madre. Indi giunto all’età di diciotto anni, entrò nelle truppe, e per lo spazio di circa quattro anni vi diè molte pruove del suo valore , e fu più volte in pericolo della vita. Nel 1599) tornò a Padova, richiamatovi dal padre, che dopo la morte della reina, accaduta nel 1589, avea lasciata la Francia \ ma appena giuntovi, perdette sventuratamente il padre, che gittossi da un’alta finestra , poche ore dopo morì. Entrò allora al servigio della repubblica , e fu da essa impiegato in onorevoli cariche militari. Trovandosi egli in Parma nel i(io6, prese a frequentare l’Accademia degl’Innominati, ove Tommaso Stigliani, uomo Tiuaboscui, Voi. XV. 5