Pagina:Toaldo - La meteorologia applicata all'agricoltura - 1786.pdf/6

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PREFAZIONE.

Le facoltà e le arti tutte, avendo com’è noto, due parti: la teorica e la pratica, per essere operative, dovrebbero camminar tra loro sempre unitissime quasi anima e corpo, non mai disgiunte. La teorica sola rischia di fabbricare sopra dei supposti negati dalla natura, e di abbracciare invece di giunone la nube. La pratica, per difetto di lumi, o resta in un cieco meccanismo e in una servile imitazione senza mai nulla creare di nuovo, o perfezionare di vecchio, o fa degli sforzi vani, come tante volte accaduto si vede, colla produzione di macchine inutili e dispendiosissime, coi tentativi del moto perpetuo, non da altri che gente rozza e meccanica creduto possibile.

Se mai però una parte sola ed isolata vale qualche cosa, questa è la teorica, che infine è l’anima d’ogni arte. Così finchè la navigazione era in mano degl’ignari piloti, non fu per molti secoli che un mestiere materiale; ma dopo che gli astronomi vi prestarono i lumi loro, le navi valicarono arditamente l’oceano è ritornarono trionfanti dal giro del globo; ed i Renau, gli Allej, i Bernoulli, i Bouguer, i Poleni, perfezionando l’architettura navale, la manovra, il pilotajo, l’ancora, ed altre parti; crearono della navigazione una nuova scienza. E sempre quando alla pratica delle cose si aggiugne il lume della scienza e la specolazione degl’ingegni solidi, possonsi aspettare invenzioni nuove ed accrescimenti utilissimi per la vita e per lo stato. Così è fondata l’arte del commercio, e la scienza della pubblica economia, l’arte della guerra: e così, per parlare di soggetti più tenui, il Reaumur entrando nelle arti delle fornaci, delle fucine, della villa, discoprì i


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