Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/294

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282 libro iv.

to raccolto, rarissimo che d’ogni distrazione sia libero. E sì certo nella presenza della tua salutare divinità nessuno sconcio pensiero dovrebbe farmisi incontro, nè creatura alcuna tenermi occupato; essendo che non un Angelo, ma il Signore degli Angeli mi conviene albergare.

6. Egli è non pertanto grandissima differenza tra l’Arca del testamento co’ suoi arnesi, e ’l tuo purissimo corpo con le ineffabili sue virtù: tra que’ sacrifizi legali figurativi degli avvenire, e la vera vittima del tuo corpo, che di tutti i sacrifizi preteriti è compimento.

7. Or perchè dunque io più non m’accendo nella tua venerabil presenza? perchè con più studiosa sollecitudine non mi dispongo a ricevere il tuo Sacramento, quando quegli antichi santi Patriarchi, e Profeti, anzi Principi e Re, e tutta la loro gente tanto affetto di divozione mostrarono per lo culto di Dio?

8. Danzò il divotissimo Re Davidde di tutta lena dinanzi all’arca di Dio, recandosi a mente i benefizi fatti un tempo a’ suoi Padri. Ordinò strumenti d’ogni maniera, compose salmi, e