Pagina:Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo, Verona, 1815.djvu/65

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capo xxii. 53

vie più guai a coloro, che questa misera, e corruttibile vita hanno cara! Essendo che taluni a questa cotanto si stringono (quantunque pure a stento lavorando, o mendicando guadagnin la vita), che se potessero viverci sempre, nessuna pena si prenderebbono del regno di Dio.

4. O stolti, e miscredenti di cuore! i quali tanto giacciono sprofondati nelle cose terrene, che niente altro non gustano, che beni di carne. Ma essi infelici! che pur alla fine con dolore s’accorgeranno, quanto vil cosa, anzi nulla era quello, in che posero il loro amore. Laddove i Santi di Dio, e tutti i divoti amici di Cristo niente attesero a quelle cose, che la carne gradì, nè a quelle che in questo secolo furono in pregio; ma tutta la loro speranza, ed intenzione aspirava a’ beni eterni. Ogni loro desiderare spingevasi in alto alle cose durevoli ed invisibili, per non essere dall’amore delle visibili tirati abbasso. Non volere, o fratello, perdere la fiducia d’avanzarti nelle cose spirituali: tu ne hai tuttavia modo e tempo.

3. Perchè vuoi tu menar d’oggi in

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