potere ad onorarne la memoria; ed ogni maniera di rappresentanze di Municipii, di Istituti, di Governo, ogni ordine di cittadini convennero a Milano, perchè le solenni esequie dell’autore del Cinque Maggio, e dei Promessi Sposi si elevassero a dignità di dimostrazione nazionale e di civile apoteosi, a rendere le quali più significative i nostri magnanimi principi, che tanto lo amarono e lo onorarono in vita, non mancarono di accompagnarlo alla estrema dimora. Fu uno spettacolo solenne, testimonianza non dubbia che in certi supremi momenti la coscienza nazionale si manifesta in tutta la sua energia, e che le differenze che ci dividono non si riferiscono alla essenza del pensiero italico, che è uno, come quelle che non vanno più oltre degli accidenti, e sono transitorie ed effimere. Un’altra vita illustre si spense, iniziato il risorgimento italico, e solo la commozione universale che scosse le nostre fibre al triste nunzio della morte di Camillo di Cavour può pareggiarsi a quello che accadde al disparire dal mondo