Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/173

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Era una scena penosa in cui la piccola ammalata si eccitava tanto, da far temere che le prendesse il delirio.

Poco dopo venne il medico, e le trovò la febbre più gagliarda. Raccomandò la calma, e di tenerla ben coperta. Disse che se continuava a dibattersi così egli non rispondeva di nulla: poi rivolgendosi al Malvezzi coll'aria di rimproverargli una trascuratezza gli disse:

— Mio caro, con queste espulsioni non si scherza. Fa un telegramma a tua moglie; che diamine! Dovresti già averlo fatto. La bambina è delicata.

E se ne andò sbattendo l'uscio.

Il povero Malvezzi si cacciò le mani nei capelli, e si buttò piangente sul letto della bambina; ed io, dinanzi a quel padre disperato, mi pentii amaramente di non averti lasciato morire.

LEONARDO.

XXIX.

Augusto a Leonardo.

Sono solo a Lugano come ero solo a Milano due giorni fa; come sarò solo tutta la vita. L'Eva è partita; io partirò domani.

Hai ragione; avresti dovuto lasciarmi morire. Ho creato tante sventure, ho fatto tanto male colla mia passione disgraziata! Ho distrutta la felicità di tre anime, senza trovare la mia.

Fu un sogno di cielo; ma il risveglio fu una rovina. Penso la caduta di Lucifero dal paradiso; quel precipitare vertiginoso dalle somme altezze in una oscurità gelida, profonda, infinita; e riconosco