Pagina:Torriani - Prima morire.djvu/227

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— Tutti i geni cattivi sono volati via, gridò. Quello che voleva farmi morire e quello che faceva piangere il babbo. Sono volati via, perchè è tornato il genio buono, la fata benefica e bianca.

Poi stendendo i suoi poveri braccini smagriti verso di noi, che eravamo curvi ai lati della sua poltrona, ci strinse insieme riunendo le nostre teste, e disse:

— Babbo, baciamola tutti e due, la nostra fata bianca.

E lui mi baciò, povero cuore generoso e clemente. Mi baciò cogli occhi velati dalla commozione, colle labbra tremanti; e non mi fece nessun rimprovero; e continuò a trattarmi con quell'amorevolezza paterna che una volta mi pareva tanto prosaica, ed ora mi commove profondamente, e mi avvilisce facendomi sentire la sua superiorità ed i miei torti.

Ma è difficile, pel cuore d'un uomo, la costanza nel perdono. La sua anima è turbata. La fede che aveva in me l'ho distrutta per sempre. Ci sono dei discorsi che non possiamo più fare; li evitiamo con una cura che ci confonde tutti e due.

Da un mese che la Marichita sta bene, nessuno di noi ha osato accennare al bisogno di procurarle un maestro di piano. Il pianoforte stesso è rimasto a Regoledo, e nè io nè Massimo abbiamo avuto il coraggio di farlo riportare in città.

Qualche volta, dopo pranzo, mi alzo e mi avvio macchinalmente nel mio salotto, per mettermi a sonare come facevo sempre. Quella musica nelle prime penombre della sera, era la delizia di Massimo, la sola distrazione che avesse cara. Egli mi segue come faceva una volta; ma poi io non trovo il piano al suo