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eroe da romanzo. Lo chiamavano Vicenzino per distinguerlo dal primo Vincenzo, ed appena questi tornava dalla scuola, le sorelline, curiose di qualsiasi informazioni sul cuginetto, domandavano:
— E Vicenzino?
Vincenzo dal canto suo era sempre pronto a darne notizie.
— Il suo compito è stato il più bello della scuola, Ha avuto nove in geografia. Quest'altro mese avrà la medaglia...
Ma le ragazze preferivano altri particolari meno scolastici. Volevano sapere se era bello, e quanto era alto, e dove abitava, e se il suo babbo non lo accompagnava alla scuola; e, soprattutto, una domanda ripetevano ansiosamente ogni giorno:
— Non gli hai parlato?
Sgraziatamente ci volle del tempo avanti che Vincenzo potesse rispondere di sì. Vicenzino si teneva in disparte, ed evitava studiatamente il cugino. Egli conosceva i rapporti di parentela che univano le due famiglie, e le cause che le avevano disunite.
Aveva poco più di dodici anni, ma era un fanciullo riflessivo, e la sua intelligenza si era sviluppata presto, grazie alla vita avventurosa che gli era toccata. Aveva veduto da piccino il babbo e la mamma godersela in continui spassi, poi piangere e smaniare perchè avevano speso troppo. Poi, a cinque anni, era stato trasportato a Genova, e di là sopra un bastimento; e, durante il lungo