Pagina:Torriani - Senz'amore, Milano, Brigola, 1883.djvu/184

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— Suo padre è morto.

Il signor Dogliani tremava tutto come côlto da brividi, e non rispondeva, e Vicenzino, mortificato da quel silenzio, vedendosi respinto, fece per andarsene. Ma Vincenzo gli riprese il braccio, poi accostando il volto a quello del padre e parlandogli sommessamente, gli disse:

— Siamo amici da anni, e mi ha reso dei servigi....

Ma il signor Anselmo lo interruppe colla voce tanto commossa, che spiegava il suo lungo silenzio:

— È figlio di mio fratello, e basta. Poi, accennando la porta di casa colla mano che tremava come una foglia scossa dall'aria, disse a Vicenzino:

— Entra.

Nella stanza da pranzo le ragazze aspettavano il babbo per mettersi a tavola. L'Elena aveva quattordici anni, e pareva già una signorina. Le altre due pure erano cresciute, ed avevano gli abiti troppo corti e le gambe troppo lunghe.

Al vedere entrare i due giovani egualmente inaspettati, misero un'esclamazione, e balzarono incontro al fratello. Ma il volto pallido del signor Anselmo che comparve subito dietro al figlio, aveva qualche cosa di più grave del solito, che le fece ammutolire. Egli però disse semplicemente alle fanciulle, mettendo una mano sulla spalla di Vicenzino:

— Vi conduco un nuovo cugino, lo conoscete?