Pagina:Torriani - Un matrimonio in provincia, Milano, Galli, 1885.djvu/12

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Dall’altra parte del gran lettone, c’erano otto seggiole a spalliera alta, ma punto antiche nè belle, vecchie soltanto, e schierate in fila come tanti soldati. E se per caso una si staccava un dito dal muro, o rimaneva voltata anche solo d’una linea verso la sua vicina, il babbo correva a metterla a posto e non era contento se non s’era assicurato, chinandosi e prendendo la mira come se dovesse sparare, che gli otto sedili formavano una linea retta inappuntabile.

Dopo la camera del babbo, c’era una vasta cucina, dove la zia s’era tagliata fuori la camera da letto col paravento; il che non impediva che ci stessero a tutto agio una tavola ordinaria per usi di cucina, ed una tavola di noce più grande, dove si pranzava.

Dietro la cucina c’era una stanzona larga, bassa di soffitto, colle pareti imbiancate a calce, dove si dormiva la Titina ed io. I nostri letti erano di quelli primitivi, fatti di