Pagina:Tosi - La libreria, dialogo, Roma, Salomoni, 1765.djvu/5

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ILLUSTRISSIMI, E NOBILISSIMI SPOSI.

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Embrerà cosa strana, ch’io favellar faccia di filologiche facoltà, e di mille differenti cose un muto Scrittoio, ed una insensata Tabacchiera. Ma: e' non facean forse lo stesso e Luciano, e Seneca, ed altri celebri Filosofanti? Davano moto e lingua a Lettere, Lucerne, Calamaj, cui mettevano in bocca chechè saltò loro in cervello. Non potrò dunque io pure della medesima, guisa dire ciò che mi cade in acconcio? Il nostro deliziosissimo Maestro Doni poi forniva dè’ graziosi discorsi su quanto gli venia in capo, o gli andava a grado di spiattellare: E nogl’intitolò poscia grilli, farfalle, farfalloni, quasi fosser codesti i parlanti? Che anzi: non usava egli di consacrarli spessissimo a persone d'inclito Lignaggio e d’alto


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