Sparir di tanto raggio;1
E scioglie all’urna un cantico2
Che forse non morrà.
25Dall’Alpi alle Piramidi,
Dal Manzanarre3 al Reno,
Di quel securo il fulmine
Tenea dietro al baleno;
Scoppiò da Scilla al Tanai, 30Dall’uno all’altro mar.
Fu vera gloria? Ai4 posteri
L’ardua sentenza: nui
Chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui 35Del creator suo spirito
Più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
Gioia5 d’un gran disegno,
L’ansia d’un cor6 che indocile 40Serve,7 pensando al regno;8
E il giunge, e tiene un premio
Ch’era follia sperar;9
Tutto ei provò: la gloria
Maggior dopo il periglio, 45La fuga10 e la vittoria,
La reggia11 e il tristo esiglio:12
Due volte nella polvere,
Due volte sull’altar13.
Ei si nomò: due secoli, 50L’un contro l’altro armato,
Sommessi a lui si volsero,14
Come aspettando il fato;
Ei fe’ silenzio, ed arbitro
S’assise in mezzo a lor.