Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/410

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380 poesie non accolte dall’autore

     50Ciò che dir debba, e pur dubbiando dice,
     Risposi: Allor ch’io l’amorose e vere
     Note leggea, che a me dettasti prime,
     E novissime furo; e la dolcezza
     De l’esser teco presentia, chi detto
     55M’avria che tolto m’eri! E quando in caldo
     Scritto gli affetti del mio cor t’apersi,
     Che non saria da gli occhi tuoi veduto,
     Chiusi per sempre! Or quanto, e come acerbo
     Di te nutrissi desiderio, il pensa.
     60E come il pellegrin, che d’amor preso
     Di non vista città, ver quella move;
     E quando spera che la meta il paghi
     Del cammin duro e lungo, e fiso osserva
     Se le torri bramate apparir veggia;
     65E mira più da presso i fondamenti
     Per crollo di tremuoto in su rivolti,
     E le porte abbattute, e fòri e case
     Tutto in ruina inospital converso;
     E i meschini rimasti interrogando,
     70Con pianto ascolta raccontar dei pregi
     E disegnar dei siti; a questo modo
     Io sentia le tue lodi; e qual tu fosti
     Di retto acuto senno, d’incolpato
     Costume, e d’alte voglie, ugual, sincero,
     75Non vantator di probità, ma probo:
     Com’oggi al mondo al par di te nessuno
     Gusti il sapor del beneficio, e senta
     Dolor de l’altrui danno. Egli ascoltava
     Con volto nè superbo nè modesto.
     80Io rincorato proseguia: Se cura,
     Se pensier di quaggiù vince l’avello
     Certo so ben che il duol t’aggiunge e il pianto
     Di lei che amasti ed ami ancor, che tutto,
     Te perdendo, ha perduto. E se possanza
     85Di pietoso desio t’avrà condotto
     Fra i tuoi cari un istante, avrai veduto
     Grondar la stilla del dolor sul primo