Pagina:Tragedie, inni sacri e odi.djvu/496

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466 illustrazioni e discussioni, iv

Beltrami, «di Napoleone III e della nazione alleata». E la parafrasi, certo, non è arbitraria: essa è la trascrizione aritmetica d’una formula algebrica. E non è da supporre che il critico avesse presente una copia diversa dell’autografo manzoniano; dacchè quel brano egli lo aveva già riprodotto fedelmente (salva l’omissione, dovuta a una menda tipografica, nella frase: «rimaner privi [d’effetto] gli sforzi») in una nota al suo manuale hoepliano (A. Manzoni, Milano, 1898, p. 137). Tutto si riduce a questo: che il Beltrami, in una letterina dove certe scrupolosità critiche non sarebbero state al loro posto, non esitò a mettere, per così dire, bravamente i punti su quello lettere della scrittura manzoniana le quali non potevan leggersi se non i.

E bene sta. Tuttavia è un fatto che, quando voleva, il Manzoni sapeva scrivere degli è chiarissimi; perchè dunque non lo fece anche in quell’ultimo e supremo suo scritto? E si badi: in quell’anno stesso, egli fu dei primi a dare il suo nome alla sottoscrizione per il monumento a Napoleone III in Milano: per quel tal monumento per cui ancora ci arrabbattiamo. Ma mentre Giuseppe Verdi, alle stolte censure del Guerrazzi perchè anch’egli aveva sottoscritto, replicava con simpatica ruvidezza: «Qui la politica non ha nulla a fare. Io ho sempre creduto e credo che Napoleone è stato il solo francese che abbia amato il nostro paese; più, egli ha arrischiata la pelle por noi. Tutto questo val bene la mia povera somma!»1; il Manzoni taceva quel nome, appiattandolo dietro la generica espressione di «straniero». Si direbbe ch’ei temesse che, pronunziandolo, qualche «ria parola» gli corresse insieme sul labbro, a turbar la pace delle «stanche ceneri». E a quegli amici, non so dire se più incoscienti o più indiscreti, i quali lo esortavano a sciogliere «un cantico» pure «all’urna» del terzo Napoleone, ricordandogli «come parecchi celebri

  1. Cfr. A. Luzio, Profili biografici e bozzetti storici; Milano, Cogliati, 1906, p. 426. — Colgo a volo l’occasione di menzionar l’opuscolo dell’ottimo sacerdote e patriota don Luigi Vitali, Il monumento a Napoleone III, Milano, Cogliati, 1908, ancora caldo e fremente degli entusiasmi del ’59, nonostante i 72 anni dello scrittore.