Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/134

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atto quarto.—sc. i. 129

Cieco idolatra di costei. — Sì, riedi,
Riedi alla vita: iniqua sei, ma vivi!
Ch’io muoia, ma tua voce anco una volta.
Tua cara voce all’alma mi penetri!
No, non m’inganno, mosse ha le pupille:
Oh speme! Ester! soccorrasi.1
Ester.2                                                  Ahi me lassa!
Oh sogni orrendi!
Azaria.                              Misera, t’incuora.
Ester.3Abbominando è questo altar.... Più Dio
Con Israel non è.
Azaria.                                   Che intendo? al novo
Culto forse delira?
Ester.4                                        Ov’è la sacra
Onda?... l’amata tua destra.... la versi
Su questa fronte: il tuo Signore è il mio.
Azaria.Oh sacrileghi accenti! Ester....
Ester.5                                                  Qual voce!
Sorpresi siam: deh fuggii
Azaria.                                             Oh! a colui parla!
Ester.6 Qual luogo è questo?... e tu, chi sei? Fia vero?
Diletto sposo, tu?
Azaria.7                                        Perfida!
Ester.                                                  E taci?
Pregno hai di pianto e d’ira il ciglio?8
Azaria.                                                                      Io sono
Il più infelice de’mortali: un vile,
Offeso sposo, che abborrir l’ingrata
Che il tradisce vorrebbe.... e l’ama ancora,
Miseramente l’ama!
Ester.                                        Ahi! mi si schiera
Nella mente il passato. In carcer sono....

  1. L’aiuta a rialzarsi alquanto e la sostiene seduta.
  2. Fuori di sè.
  3. Come sopra.
  4. Fuori di sè.
  5. Come sopra.
  6. A poco a poco riconoscendosi.
  7. Da sè.
  8. S’alza in piedi aiutata da Azaria.