Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/22

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atto secondo. — sc. iii, iv. 17

Il fratello abborrir là non potrai!
Francesca.Sposo, deh, sappi.... Ah, mi perdona!....
Lanciotto.                                                            Vieni,
Fratello!
Francesca.               Oh Dio!1


SCENA IV.

PAOLO e detti.


Paolo.                                        Francesca!... Eccola.... dessa!
Lanciotto.Paolo, t’avanza.
Paolo.                                   E che dirò? — Tu dessa? —
Ma s’ella niega di vedermi, udirmi
Consentirà? Meglio è ch’io parta; in odio
Le sarò men. — Fratel, dille che al suo
Odio perdono, e che nol merto. Un caro
German le uccisi: io nol volea. Feroce,
Ei che perdenti avea le schiere, ei stesso
S’avventò sul mio brando; io di mia vita
Salvo a costo l’avria.
Francesca.2                                          Sposo, è partito?
Partito è Paolo?... Alcuno odo che piange;
Chi è?
Paolo.           Francesca, io piango; io de’ mortali
Sono il più sventurato! Anche la pace
De’ lari miei non m’è concessa. Il core
Assai non era lacerato? assai
Non era il perder.... l’adorata donna?
Anche il fratello, anche la patria io perdo!
Francesca.Cagion mai non sarò ch’un fratel l’altro
Debba fuggir. Partir vogl’io; tu resta.
Uopo ha Lanciotto d’un amico.
Paolo.                                                        Oh! l’ami?...
A ragion l’ami. Io pur l’amo.... E pugnando
In remote contrade.... e quando i vinti
E le spose e le vergini io salvava
Dal furor delle mie turbe vincenti,

  1. Si getta nelle braccia di Lanciotto.
  2. Sempre abbracciata al marito, senza osar di levar la faccia.