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390 | tommaso moro. |
Anna. All’illustre
Infelice conduci or questa pia,
Nè a’ lor colloquii mai divieto v’abbia.
Cromwell.Obbedirvi non posso.
Anna. Audace! e dubbio
Potresti accòr che Arrigo al voler mio
Sì tenue grazia dinegasse?
Cromwell. Il regno
Pieno è di trame, e ne’ colloquii astuti
Del prigioniero e de’ congiunti suoi
Temere è dritto perfidi concerti
Contro la nuova chiesa e contro Arrigo.
Anna.Tu il vedi, Margherita: ogni mia brama
Legge stimavi; ahi, tal non è!
Cromwell. S’inoltra
Lo stesso Arrigo.
SCENA VII.
ARRIGO e detti.
Anna. Sposo.
Arrigo. E chi è costei
Che a’ piedi mi si getta?
Margher. Ah, sir!
Arrigo. Tu dessa?
Tu? Di Moro la figlia entro mia reggia?
Chi t’introdusse? in questa guisa adunque
Son rispettati i miei divieti?
Anna. Amato
Arrigo, deh, ti placa! Io....
Arrigo. Tu, regina,
Esser devi la prima, i cenni miei
Fedelmente a osservar. Tommaso Moro
Sperar grazia non dee.
Margher. Truce parola!
Disdicila, o signor.
Arrigo. Di queste mura
Costei si tragga, e più non v’entri mai!