Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/401

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396 tommaso moro.

Cromwell.Pacatamente tollerar le ingiurie
Che ad oppresso infelice il duolo strappa,
E mal suo grado a lui giovar propongo.
Moro.Magnanimo è il proposto!
Cromwell.                                              A che mi guardi
Fiso così?
Moro.                Sulla tua fronte cerco
S’orma io vedessi di sincero intento;
Di cangiate abitudini, di sacro
Anelito a virtù. Vorrei pentirmi
D’aver su te vibrato occhi sprezzanti:
Esser vorrei d’orgoglio e d’ingiustizia
Stato reo verso te; vorrei stimarti....
Dalle sembianze tue nulla discerno:
Parla, fa ch’io l’animo tuo conosca;
Fa ch’io debba discredermi. Il ciel legge
In questo cor. Se retto io ti scoprissi,
Senza esitar, mi getteria a’ tuoi piedi,
Degli aspri detti miei perdon chiedendo.
Cromwell.Di Rocester il misero vegliardo
È condannato a morte....
Moro.                                                   Oh ciel! fia vero?
Il più illibato de’viventi! il sommo
In virtude fra ’vescovi britanni!
L’amico mio miglior! — E tu a cordoglio
T’atteggi indarno: in tua pupilla fulge
Mal celata esecrabile esultanza.
Cromwell.Quell’infelice amico tuo potresti
Redimer....
Moro.                          Come?
Cromwell.                                         Di colui la vita
Offreti il re, se giuramento presti
Alla novella chiesa e alle sue leggi.
Moro.Parli tu il ver?
Cromwell.                                    Accetteresti?
Moro.                                                   Ansante
E con paura interroghi. Tu tremi
Cha Moro il patto accetti,