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444 manfredo

come la tua ombra sul terreno, e il potere che tu senti sarà quello che devi celare.

Una voce, un carme magico ti ha battezzato di maledizione; uno spirito dell’aria t’ha cinto d’una rete; vi è nel vento una voce che t’interdice la gioia; la notte ti negherà tutta la quiete del suo firmamento, e il giorno avrà un sole che ti farà desiderare che sia tramontato.

Dalle tue false lagrime io distillai un’essenza che ha virtù di uccidere; dal tuo proprio cuore spremei il nero sangue nella sua più nera sorgente; dal tuo sorriso trassi una serpe che là s’attorcigliava come nella selce; dal tuo labbro trassi il fascino che dà a tutte queste cose ciò che hanno di più nocivo. Nel provare ogni conosciuto veleno, trovai che il più forte era il tuo.

Per il freddo tuo seno, pel tuo sorriso di serpente, per l’incommensurabile abisso della tua iniquità, per l’occhio tuo spirante virtù, per l’occulta ipocrisia dell’anima tua, per la perfezione della tua arte che fa parere umano il tuo proprio cuore, per la gioia che provi dell’altrui pene, e per la tua fratellanza con Caino, io appello te, e ti obbligo ad essere l’inferno di te medesimo!

Io verso sul tuo capo l’ampolla che ti condanna a questa prova; nè il dormire nè il morire saranno nel tuo destino; la morte parrà vicina al tuo desiderio, ma ti sarà oggetto di spavento. Ah! l’incanto or ti circonda, e la sorda catena ti ha legato. Sul tuo cuore e sul tuo cervello ad un tempo la parola passò — or ti appassisci!


SCENA II.

La montagna di Jungfrau (della Vergine). — È mattina.

MANFREDO solo sui dirupi.


Gli Spiriti ch’io aveva fatti sorgere, m’abbandonano; gl’incanti ch’io aveva studiati, mi deludono; — il rimedio ch’io scelsi, mi ha tormentato; non m’affida più alcun ajuto soprumano; esso non ha potere sovra il passato, e in quanto