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atto secondo.—sc. iii, iv. 457

Prima Parca. Dove sei stata? — Le mie sorelle e tu siete tarde questa notte.

Nemesi.Io fui trattenuta a riparare troni crollanti, a maritar pazzi, a ristorar dinastie, a vendicar uomini dei loro nemici, e a farli pentire della loro vendetta; a spingere savii alla follia, ed imbecilli a pronunciare oracoli per riordinare il mondo; perocchè in disuso omai erano gli oracoli, ed osavasi dagli uomini ponderare da sè medesimi i loro interessi, pesare i re nella bilancia e parlare della libertà, frutto proibito. — Andiamo! abbiamo già oltrepassata l’ora, — montiamo le nostre nubi! (Sortono.)


SCENA IV.

Sala d' Arimane.

ARIMANE in trono, un globo di fuoco circondato dagli Spiriti.


Inno degli Spiriti. Salute al signor nostro! — principe della terra e dell’aria! — che calpesta le nubi e le acque. Nella sua mano è lo scettro degli elementi che tornano in caos a un suo cenno. Ei respira — e una tempesta agita il mare; egli parla — e le nubi rispondono col tuono; egli guarda — e da’ suoi occhi vibrano i raggi del sole; egli si move, — il terremoto lacera il mondo. Sotto i suoi passi sorgono i volcani; l’ombra sua è la pestilenza; il suo cammino le comete vagabonde pei risonanti cieli; e i pianeti s’inceneriscono all’ira sua. A lui la guerra offre un quotidiano sacrificio; a lui la morte paga il suo tributo; sua è la vita con tutta l’infinità delle sue agonie — e suo lo spirito di tutto ciò che è! (Entrano le Parche e Nemesi.)

Prima Parca. Gloria ad Arimane! sulla terra cresce il suo potere; — ambe le mie sorelle eseguirono i suoi cenni, nè io trascurai il mio dovere!

Seconda Parca. Gloria ad Arimane! noi che curviamo le cervici degli uomini, ci curviamo davanti al suo trono!

Terza Parca. Gloria ad Arimane! — noi aspettiamo il suo cenno.