Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) I.djvu/325

Da Wikisource.
286 ESCHILO

corifea
Altri cordogli ancor devi tu dirle?
prometeo
Di guai funesti un tempestoso pelago.
io
Dunque, a che pro’ vivere piú? Ché súbito
giú da questa erta rupe io non mi gitto,
e, franta al suolo, a tutti i miei cordogli
non pongo un fine? Oh!, morire una volta
meglio mi val che tutti i dí soffrire.
prometeo
Deh!, quanto poco sopportar sapresti
gli affanni miei, che aver morte non posso!
Morte, sarebbe dei travagli il termine:
niun fine invece è a me dei guai prescritto,
se di Giove il poter prima non crolla.
io
Come? Giove crollar può dal suo regno?
prometeo
Lieta, vedendo ciò, credo io, saresti.