Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/124

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IFIGENIA IN AULIDE 121

saprò capirle. Ahimè, figlio di Priamo,
a che rovina m’hai condotto, Pàride,
sposando Elena! È tua tutta la colpa.

coro

E gemo anch’io, come ad estranea gemere
per la sciagura dei signor’ s’addice.

menelao

La man, fratello, ch’io la stringa, porgimi.

agamennone

Eccola, hai vinto: un infelice io sono.

menelao

Per Pèlope io ti giuro, che fu padre
del tuo padre e del mio, per quell’Atrèo
che la vita ci die’, ch’io ti favello
senza niun artifizio, a cuore aperto,
quello solo ch’io sento. Allor ch’io vidi
il pianto che dagli occhi a te sgorgava,
sentii pietà, versai lagrime anch’io,
e ciò ch’io dissi lo rinnego, e duro
con te non sono, e accedo al tuo parere,
e la figlia t’esorto a non uccidere,
per anteporre il mio vantaggio al tuo.
Giusto non è che tu pianga, ed a me
rida la sorte, che i tuoi figli muoiano,