Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) I.djvu/135

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66 EURIPIDE

penteo
Chi mai? Nuovi discorsi ognor mi parli
dioniso
Chi all’uom largisce la pampinea vite.
penteo
Tutte serrate sian le porte in giro.
dioniso
E che? Gli Dei non valicano i muri?
penteo
Saggio, sei, saggio, tranne in quel che devi!
dioniso
In quel che devo appunto, io saggio sono.
Odi or tu le parole di quell’uomo
che a te, dal monte, a dar novelle giunge;
e fa senno: io non fuggo: io qui rimango.
Dalla via che guida al Citerone giunge correndo un bifolco.
bifolco
Pentèo che reggi la tebana terra,
or or lasciato ho il Citerone, dove
fulge perenne scintillio di neve.