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IONE 193


xuto

Il tuo ritrovamento, o figlio, bene
dispose un Nume, e te congiunse a me.
Ciò che tu avevi di piú caro, senza
saperlo, hai ritrovato. Or, ciò che brami,
a buon diritto, anch’io lo bramo: il modo
che tu la madre tua, figlio, ritrovi,
ed io la donna che ti diede a me.
Ma troveremo, dando tempo al tempo,
anche la madre. Il sacro suol del Nume
e la vita raminga ora abbandona,
seconda il padre tuo, vieni ad Atene,
dove lo scettro di tuo padre, o te
fortunato, t’aspetta, e assai ricchezza.
Di due modi malato ora non piú
sarai, non detto piú povero e ignobile,
anzi bennato e assai provvisto d’agi.
Taci? A terra perché figgi lo sguardo,
e stai cogitabondo, e dalla gioia
ricacci ancora il padre tuo nel dubbio?

ione

Non han le cose l’apparenza stessa,
quando son lungi, e viste da vicino.
Io la ventura di buon grado accolgo
che te, padre, trovai; ma quello ascolta
che mi risulta. Dalla terra nacque
la progenie d’Atene, a ciò che dicono,
non già d’altronde. Io ci capiterei
con due malanni addosso: uno, che mio

Euripide - Tragedie, 1-13