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LE FENICIE 257


Antistrofe

Quivi era il ferocissimo
drago di Marte18, il sanguinario vigile
custode, nelle irrigue acque, sui floridi
rivi, con le molteplici
ruote degli occhi. E qui giunse, ad attingere
linfe pel sacrifizio,
Cadmo; e ne fe’ sterminio
con una pietra. E con le fiere braccia
abbatté, per consiglio
della divina Pàllade,
il suo capo vermiglio,
e i denti nella florida
maggese seppellí.
E la terra die’ germine
d’armati dai suoi culmini.
Ma una furia di guerra
nel suolo ancora immergere
li fece, e il sangue lor bagnò la terra
che alle chiare li espresse aure del dí.

Epodo

O germe d’Io19, dell’avola
antica, e dell’amore onde fu tócca
da Giove, te invoco, Èpafo,
con le mie grida barbare,
coi miei barbari voti.
Accorri a questa rocca,
accorri: i tuoi nepoti
la fondarono; e quivi ebber dimora
le due Dive, Persèfone

Euripide - Tragedie, II - 17