Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/138

Da Wikisource.

IFIGENIA IN AULIDE 135

ch’esser vedute alle fanciulle spiace.
E un bacio dammi, e porgimi la destra,
ché lungo tempo star dovrai lontana
dal padre. — O seno, o gote, o bionde chiome,
di quanto danno la città dei Frigi
ed Elena per te fu causa! Taccio
ché rugiada urge le mie ciglia, mentre
ti stringo al seno. E tu, figlia di Leda,
perdona a me, se troppo io mi commòvo,
quando in procinto sono di concedere
la mia figlia ad Achille. Il suo commiato
lieto sarà, ma piange sempre il cuore
d’un padre, quando i figli suoi, cresciuti
con tanta pena, ad altre case affida.

clitemnestra

Tanto stolta non sono; e sii pur certo
che troppo anch’io la stessa doglia provo,
per rinfacciarla a te, mentre la figlia
conduco a nozze. Or dimmi tu: ché il nome
so del giovine a cui sposa concedi
la figlia nostra; ma di quale stirpe,
di quale terra sia saper desidero.

agamennone

D’Àsopo nacque la fanciulla Egina.

clitemnestra

E sposo a lei chi fu, mortale o Nume?