Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/214

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IFIGENIA IN TAURIDE 211


toante

                    Ben provvedi alla città.

ifigenia

E agli amici in cui piú fido.

toante

                    Tu di certo alludi a me.

E notevole è l’atteggiamento, che diverrà prediletto in Euripide, di far parlare i personaggi in modo tale che accanto al senso destinato all’interlocutore ce ne sia un altro per il pubblico.

Con molta finezza, poi, il Brumoy1 rileva la parte attiva e brillante assegnata, qui come nell’Elena, al genio industrioso delle donne. Altra prova contro la presunta misoginia del poeta.

E infine, bisogna osservare che in pochi drammi il campanilismo ha giuocato al poeta un cosí brutto tiro come in questa Ifigenia. Il finale di Atena, col ricordo del mito locale di Artemide taurica è quanto mai frigido e pedantesco. E giunge ad una comicità involontaria e crassa, quando la Dea si rivolge ad Oreste lontano, e gli dice:


                                   Oreste, e tu
ascolta, ché ti giunge, anche da lungi,
la voce della Diva.

  1. In Patin, Euripide, II, 88.