Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/47

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coro
Strofe

Niuno degli uomini è mai felice — lo assèvero —
senza il volere dei Superi;
né la Fortuna persevera
entro una casa: sul vecchio
preme il nuovo destino;
e questo dai vertici eccelsi lo abbatte a miseria,
e rende felice il tapino.
II Fato fuggir non è lecito:
saggezza mai lungi noi tenne;
e chi lo presume partecipa travaglio perenne.

Antistrofe

Tu non t’abbatter, ma chinati dei Numi ai decreti, né il cruccio
troppo t’opprima lo spirito.
È glorïosa la misera,
che pei fratelli e la patria
terra la vita diede;
ed una perpetua fama l’attende fra gli uomini.
Virtú tra gli affanni procede.