Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) IV.djvu/61

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58 EURIPIDE

con noi Giove, la grazia
Giove m’accorda; e i Dèmoni
non si vedranno mai vinti dagli uomini.

Strofe II

Ma poi ch’è tua la terra, o venerabile
Diva, tua la città di cui tu dèspota,
tu sei madre e custode,
scaccia da queste prode
le argive schiere, che ad iniqua guerra
spingon le lancie: il mio valor non merita
che discacciato io sia dalla mia terra.

Antistrofe II

Ché sempre hai tu l’onor di molte vittime
né il giorno sfugge onde ogni mese ha termine.
E s’intrecciano canti
di giovani e danzanti
cori in tua gloria; ed il ventoso clivo
suona, tra fitto carolar di vergini,
tutta la notte, di clamor festivo.