Pagina:Tragedie di Euripide (Romagnoli) V.djvu/174

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ORESTE 171

effondendo libami, e udii che a Nauplia,
dopo lunghi anni, con la sposa giunto
egli era, salvo: a lui siatemi guida:
stando alla destra sua vo’ salutarlo:
ché da tanto nol vedo, e amico m’era.

menelao

Salve, o di Giove al talamo partecipe.

tindaro

O Menelao, salve anche a te, mio genero.
Si accorge di Oreste.

Ahi! Che mal non conoscere il futuro!
Questo dragone matricida sta
alla reggia dinanzi, e vibra i folgori,
questo abominio mio, dagli occhi infetti.
E tu parli a quest’empio, o Menelao?

menelao

Che far? Figlio è d’un padre a me diletto.

tindaro

Esso, un tal figlio, da tal padre nacque?

menelao

Certo: e, misero ancor, riguardo merita.