Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) I.djvu/7

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viii PREFAZIONE


Coprì parecchi uffici, ed anche militari (vedi introduzione all’Antigone). Ma Pericle ebbe a dichiarare di apprezzarlo assai piú come poeta che come stratego. La sua lunga vita fu fiorita d’innumerevoli leggende, ed è inutile ripeterle anche una volta. Mori a 91 anni; e fu di quegli artisti, assai rari, che invecchiando non decadono, anzi sublimano la loro arte: come, per esempio, il nostro Verdi. Ai suoi ultimi anni appartiene infatti l’Edipo a Colono, che per finezza supera forse tutte le sue tragedie.

La tradizione registra le seguenti novità introdotte da Sofocle nella sua drammaturgia.

1° Portò il numero degli attori da 2 a 3.

2° Aumentò i coreuti da 12 a 15.

3° Si liberò dall’obbligo della tetralogia. La notizia veramente non c’è data con molta precisione; ma certo ciascuna delle tragedie superstiti forma un tutto a sé. E le tre tragedie che potrebbero pel soggetto formare una vera e propria trilogia (Edipo re, Edipo a Colono, Antigone), furono in realtà composte ciascuna per sé, ed in tempi diversi.

Ma queste innovazioni, ed altre minori, che è inutile ricordare, non andrebbero molto oltre la parte esterna e materiale dell’arte. Ben altre sono le vere conquiste di Sofocle.

Sofocle, circa venti anni piú giovane di Eschilo, cresce alla sua grande ombra; e nelle sue tragedie superstiti, e massime nelle piú antiche, si può ravvisare l’orma di quel grande; e qualche volta l’imitazione è ampia, investe una intera situazione, come nelle Trachinie, dove abbiamo un calco, poco felice, della scena eschilea tra Clitennestra e Cassandra (vedi introduzione alla tragedia). Ma le derivazioni che si os-