Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) I.djvu/124

Da Wikisource.
1383-1403 AIACE 97

ulisse
È concesso a un amico il vero esporre,
e, come pria, teco restar concorde?
agamennone
Parla: o di senno io sarei privo, quando
te fra gli Argivi il primo amico reputo.
ulisse
Odimi dunque. Non lasciar cosí,
senza pietà, che di sepolcro resti
privo quest’uomo; e non ti vinca l’ira
a odiarlo cosí, che sotto i piedi
la giustizia tu ponga. Il piú nemico
dell’esercito tutto era quest’uomo
anche per me, da quando vinte gli ebbi
l’armi d’Achille; ma, sebbene tale,
contro di me, spregiar non lo potrei
sí, da non dir che nessun uomo vidi
tanto gagliardo fra gli Achei, da quando
venimmo a Troia, tranne Achille. E tu,
con giustizia spregiar non lo potresti:
ché le leggi dei Numi offenderesti,
e non già lui. Spregiare un prode estinto,
non è giustizia, anche se tu l’aborri.
agamennone
Tu per costui con me contrasti, Ulisse?