Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) I.djvu/198

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neottolemo
Di tacere io vi dico, e di far senno:
ché l’occhio ei muove già, solleva il capo.
filottete
O dopo il sonno luce fulgida! Ospiti
su me vigili contro ogni speranza!
Ch’io no, non avrei mai creduto, o figlio,
che con tanta pietà tu sopportassi
le pene mie, restassi per assistermi.
A ciò non s’acconciarono, non n’ebbero
cuore, gli egregi condottieri Atrídi.
Ma, poiché, figlio, tu di nobile indole
sei, di nobile stirpe, in piccol conto
ponesti, e n’eri invaso, il lezzo e gli ululi.
Ed or, poiché di questo male, sembra,
sopraggiunto è un oblio, figlio, una tregua,
alzami tu, mettimi in piedi tu,
ché, come cessi la stanchezza, al legno
si muova, e il navigar piú non s’indugi.