Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/284

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595-612 ANTIGONE 281

corifeo
595Ecco Ismene dinanzi alla soglia,
che lagrime versa d’amore
fraterno, e una nube deturpa
sovresse le ciglia
il volto sanguineo, bagnando
600la florida guancia.
creonte
Tu che come una vipera appiattata
stavi nella mia casa — e non sapevo
io, che nutrivo del mio trono un duplice
sterminio, un crollo duplice — confessi
605che tu fosti partecipe nel dargli
sepolcro, o giuri che tu nulla sai?
ismene
Se consente costei, confesso: complice
sono, e con lei partecipo la colpa.
antigone
Ma non consente la giustizia: che
610né tu volesti, né compagna io t’ebbi.
ismene
Ma sul mar dei travagli a te compagna
farmi della tua pena, io non mi pèrito.