Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/316

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1165-1194 ANTIGONE 313

tiresia
1165E questo sappi tu: non molti giri
dell’agili vedrai ruote del sole,
e un uom dal sangue tuo nato, cadavere
tu dovrai dare, in cambio d’un cadavere,
perché spingesti, all’Orco, di quassú,
1170e senza onor desti sepolcro a un’anima,
e un altro invece, che appartiene agli Inferi,
qui senza tomba e senza onor lo tieni,
cadavere nefando; e tal diritto
non appartiene a te, non ai Celesti
1175d’Olimpo; e pure, è tuo questo sopruso.
E l’Erinni dei Numi e dell’Averno
t’agguatano perciò, vendicatrici,
sterminatrici, perché tu procomba
nei medesimi mali. Or guarda bene
1180se corrotto dall’oro io parlo a te.
Di tempo un breve indugio, e udrai di femmine
suonar nelle tue case ululi, e d’uomini;
e tutte quante ostili si sconvolgono
le città dei cui figli, o cani o fiere
1185laniarono i corpi, o qualche aligero,
l’empio lezzo recando ai patrii lari.
Queste pene, poiché tu mi vituperi,
a guisa d’un arciere, io, nel mio sdegno
dal cuor mio contro te scagliai securo,
1190né tu sfuggire al vampo lor potrai. —
Figlio, ora tu guidami a casa. E questi
sfoghi la bile sua contro i piú giovani,
e piú tranquilla la sua lingua, e piú
calmo il pensiero a mantenere apprenda.

Parte.