Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) III.djvu/104

Da Wikisource.
1519-1534 ELETTRA 101

egisto
                                             Ahimè, comprendo
queste parole; ed altri non può essere
tranne Oreste, che a me cosí favella.
oreste
Indovino or ti mostri ottimo; e a lungo
ingannato ti sei.
egisto
                                   Misero me,
morto sono io; ma pur, lascia ch’io dica
una breve parola.
elettra
                                   Ah, non permettere
che piú dica, o fratello, e che pronunci
lunghi discorsi. E qual vantaggio mai
trovar può nell’indugio, un uom che vive
fra le tristizie, presso a morte? Uccidilo
quanto puoi prima, e di’ che lo sotterrino
lungi dagli occhi nostri: ciò che merita
avrà cosí: per me, tale il riscatto
solo sarà delle sue colpe antiche.
oreste
Dunque, entra in fretta: di parole questa
l’ora non è, bensí della tua morte.