Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) III.djvu/28

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tributo onor, se pure hanno gli estinti
gioia alcuna sotterra. Invece tu,
l’aborritrice, li aborri a parole;
e a fatti, invece, stai con gli assassini
del padre tuo. Non io, se alcun m’offrisse
i doni onde or tu vai superba, a questi
vorrei chinarmi. A te la ricca mensa,
d’ogni bene il profluvio: unico cibo
sarà per me non contristarmi il cuore.
Gli onor non bramo a te resi; né tu
li brameresti, ove tu senno avessi.
Dell’ottimo fra i padri ora potendo
figlia esser detta, di tal madre chiàmati
figlia. Ed ai piú malvagia apparirai;
ché il padre tuo, gli amici tuoi tradisci.
corifea
Bando all’ira, pei Numi! Utili a entrambi
saranno i detti vostri, ove dei suoi
tu apprendessi a giovarti, ella dei tuoi.
crisotemide
Ai suoi detti assueta, amiche, sono;
né parlato le avrei, s’io non sapessi
d’un gravissimo mal che sopra lei
piombando, troncherà quei suoi grandi ululi.
elettra
Di’ questo male: se dei miei piú grave
uno me ne dirai, nulla io piú replico.