Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/181

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nostro animo? Giá si ha veduto Anna allungar la vita alla infelice sorella, e, sanza il suo consiglio, esser pericolata; giá si ha veduto ogni prudente aver seco un amico, col quale comrnunicando ogni suo pensiero, ha quasi in un altro corpo vissuto.

Panfilo. Vero è che gli antichi ebbero alcuni essempi, e noi parimente ne abbiamo; ma, favellando in generale, ove truovi tu cotali amici? Ecco che, per lo piú, l’amico si vede dall’amico ingannato, perché la falsitá dell’amicizia o l’invidia del ben dell’amico gli offosca a precipitar nell’amicizia, e questo aviene perché noi prima amiamo l’amico che egli da noi sia conosciuto. E, come che lo uomo non possa se medesimo consigliare ne’ suoi bisogni, essendo dall’affanno occupalo il vero conoscimento, nondimeno non si debbe, per fuggir un male, incorrere in un altro maggiore. Il tempo è medicina del dolore; dopo che lo animo, per intervallo di giorni, si spoglia quel velo che adombrava la mente, vede ove si ricerca il rimedio, conosce tosto il suo bene e a quello s’appiglia. D’altra parte, essendo la passion deH’amante allegrezza, debbe egli però morire non la dicendo all’amico? Vero è che l’allegrezza conferita con altri è maggiore, ma grandissimo si può dire il pericolo che, per averla scoperta, ne potrebbe avenire. I pensieri del core son quasi in profonda selva: però non è allo uomo concesso col guardo della mente poter, vagando, entrar in quell’ombre e in quegli orrori, ove le piú volte stanno sepolti i tradimenti e gli inganni. Ricordami che in Padova un nobile uomo, la cui amicizia mi fu sommamente cara, mi solea raccontare che egli mai nelle cose d’amore non conferi i fatti suoi con alcuno, anzi sempre si trovò solo, accompagnato da buon’armadura e da cor animoso. E tra l’altre mi disse che una volta gli avenne d’esser trovato in una delle gran case di Padova: nella quale, venuto alle mani con i parenti della donna, fu gravemente ferito; ma, resistendo gagliardamente, fuggito fuori, cadde vicino a casa sua sanza piú aver forza o vigore, fatto debile per il sangue. Laonde, trovato la mattina e conosciuto, mai non si puoté sapere chi dato gli avesse, ed egli mai né a padre né a’ fratelli dir volle chi fussero stati i feritori e per che cagione egli ferito fusse.