Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/263

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tempo nasce la diversitá dei voleri ; cosa in tutto contraria a questo dolcissimo e soavissimo affetto d’amore, il quale, per conservazion di se medesimo, ricerca conformitá d’animi e di voglie.

Maddalena. Credete voi ch’io m’innamori di qualche villano o d’un vecchio rancio?

Coppina. Non dir cosí, Maddalena: in poter nostro non è le piú volte innamorarsi a nostro modo.

Maddalena. Potrebbe anche avenire ch’io m’innamorassi d’un tale?

Coppina. D’un bruttissimo e mal fatto ancora.

Maddalena. Guardimi Iddio dallo innamorarmi! Chi ne vuol, se ne toglia; piú non ne voglio io.

Coppina. Il fatto sta a potere. In poter nostro non è non scaldarsi del foco suo, quando accender ne vuole Amore.

Maddalena. Che si dee fare adunque?

Coppina. Amare chi egli vuole, poiché altro non si può.

Maddalena. Come è possibile che un brutto si possa amare?

Coppina. Questo è notissimo miracolo d’Amore. Egli fa parer bello allo amante quello che a tutti gli altri pare bruttissimo: il vecchio giovane, e il villano gentile; anzi bene spesso, circa le parti del corpo che si possono vedere lasciando l’intelletto nostro nel suo lume, col darci a considerare solo le parti che non si veggono e col dipingerle agli occhi della mente piú belle e piú dilicate che per aventura non sono, ci fa amare una persona, in ogni altra parte agli occhi nostri deforme.

Maddalena. Io vedrò, in quanto io potrò, di amare un giovane bello, e priego Amore che ad un cosí fatto mi faccia abbattere.

Coppina. Priegaio similmente che, non tanto un giovane, ma pien di ingegno e dotato di virtú ti voglia dare per amante; e, in quanto a te sia possibile, d’un cotal t’innamora.

Maddalena. S’egli sará giovane, accorto, vertuoso e gentile, non sará egli al modo mio?

Coppina. La etá giovanile è proprio come la primavera, tutta bella, tutta soave e tutta dilicata. E, se alquanto piú di

Trattati d’Amore del Cinqíiecento.

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