Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/276

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di né notte non ha riposo, tanto è il foco che miseramente lo consuma, il quale è tanto, che picciole a par di quello sono le fiamme con che Volcano fa le saette a Giove. E che per tanto prendere a sdegno non ti dèi se, da quello spinto, egli ha avuto ardire di scriverti, non avendo altro rimedio che chiedere alla gentilezza tua che si degni che egli in tal modo per te si consumi, sendogli piú soave morire in cosí grave fiamma per tuo amore che godere per qualunque altra donna in gioiosi piaceri. E simili altre paroline, che sogliono scrivere gli amanti alle lor donne. I favori saranno vari: alcuno di fioretti e di erbe, secondo i propositi e le stagioni, alcuni di seta, tale d’oro, e quando d’un colore, quando d’un altro.

Maddalena. Perché ora d’un colore, ora d’un altro?

Coppina. Ogni colore ha il suo significato: il verde speranza, il nero fermezza e dolore, il giallo disperazione, il rancio contento, il bianco puritá e fede, l’azzurro gelosia, il leonato noia e fastidio, il cangiante instabilitá e leggerezza, il bigio travaglio, e cosí gli altri di mano in mano. Però bisognerá che tu gl’intenda, ed a proposito gli sappi rispondere. E, poiché dei favori parliamo, io voglio, per piú segno d’amore, che tu porti la impresa sua, la quale troverai nei colori del primo favore ch’egli ti manderá, e, se possibile sará, in loco ch’egli la possa veliere ed egli altri non dia da sospettare; e potra’lo fare appiccando questo pendaglio, che hai in fondo alla collana, con un chiappettino di quel colore, dove ora è appeso con seta rancia.

Maddalena. Che cosa risponderò io a quella sua lettera?

Coppina. Che tu conosci la bellezza tua non esser tanta, che uomo se ne possa cosí guastare a un tratto; e lo pregherai che si voglia astener di piú scriverti, percioché, sapendosi cotal materia dal signor tuo padre, a te noia e a lui poco utile potrebbe partorire; la qual cosa, amandoti, egli devrebbe avere oltre modo discara, come a te dorrebbe d’ogni suo male. Avertimi però a scriver bene, perché spesse fiate da una lettera, che bene o male sia dettata e scritta, si fa giudizio sopra il valore d’una persona, e buona e mala impressione se ne piglia, ed a levarla poi ci vuole altro che ciance. Senza che una letterina ben posta