Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/282

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grazia dello amante, e non far accorto ognuno del tuo amore; ed io ti saprò consigliare in ogni caso. Ma io mi riserbo a dirti ciò che a fare avrai in questi trebbi, se pure occorrerá che tu ed egli vi ci troviate. Solo ti favellerò del danzare, nel quale fa mistiero avere ingegno, chi non vuol parere una bestia, massimamente ballandosi il giorno.

Maddalena. Io lo guarderò meno ch’io potrò, appostando che alcuno non mi vegga.

Coppina. Non dico tanto del guardare, benché in questo sia piú pericolo, come piú notabile e piú evidente di tutti gli altri segni, ma di quanti io te n’ho detto e di piú altri che nelle danze si fanno.

Maddalena. Ditemi che atti sono.

Coppina. Ragiònavisi alcuna volta e vi si tocca : due cose in amore molto desiderate, oltra il vedere, come gradi piú prossimi all’altezza del suo paradiso.

Maddalena. Toccasi la mano.

Coppina. Si tocca quel che si tocca. Della mano parlando, io voglio, s’egli a te la stringe, che tu a lui la stringa; e, quando a te non la stringesse e tu avessi vergogna di prima stringerla lui, fa’ veduta di sputare, di sinistrare o di fare altra cosa, in modo che si paia che tu sia sforzata a cosí fare, lo voglio ancor, danzando, che tu gli dia tutta la mano, e non facci un certo rimescolamento e travagliamento di diti nel porgergliela, ché questo è un atto di femina di contado; né fare, come fanno alcune scimonite, che, per parer ben sante, appena si lasciano toccare la punta dei diti.

Maddalena. Elle deono avere qualche manacce da zappadorè.

Coppina. Si può credere. Anzi fia bene che tu ti tiri destramente piú su che puoi la manica, dandogli modo di toccarti alquanto il braccio. Per questo io ti conforto ad aver cura delle mani e delle braccia e tenerle con ogni studio morbide e delicate. Farai parimente, dove sará piú buia la sala o minor numero di gente, avendo sempre l’occhio a non essere veduta, che tu gli tiri la mano e lo sforzi a toccarti la coscia