Pagina:Trattati d'amore del Cinquecento, 1912 – BEIC 1945064.djvu/69

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i - il raverta 63


come mostra il Boccaccio in persona de la Fiammetta, quando dice: «Pensai che, se da me Amore cacciare non potessi, almeno cauto si reggesse ed occulto nel tristo petto; la qual cosa, quanto sia dura a fare, nessuno il può sapere se no ’l prova. Certo io non credo....», e quel che segue. Onde dica chi vuole, ch’io ho il simulare amore per impossibile, perché si verrebbe meno, conciosiaché l’appetito, il piacere, la paura e ’l dolore sempre preme lo amante. Le quai cose, sforzisi quanto vuole, danno indizio dell’amore o in uno effetto o nell’altro. A questo modo Erasistrato medico conobbe Antioco essere preso d’amore di Stratonica. E medesimamente, pur nel certaldese, si legge nella novella del conte d’Anversa: che Giachetto Lamiens, deliberato piuttosto di morire che scoprir l’amor suo, non puotè tanto fare che, ai movimenti interiori, quel valente medico non s’accorgesse lui essere fieramente innamorato della Giannetta. E, se non fosse ch’io non voglio passare in infinito, v’addurrei moltre altre ragioni ed essempi: come di Didone che, non potendo celare l’amore di che s’accese per Enea, discorreva furibonda per Cartagine: ora lo menava seco, mostrandogli le ricchezze di Tiro, ora incominciava parlare, e, nel mezzo delle parole, s’arrestava. Cercava di novo averlo ai conviti regali, e, quasi pazza, un’altra volta cercava udir le cose dell’eccidio di Troia. Se si partiva, le pareva il palazzo restar solo. Stava nel loco dell’amato, l’udiva e vedeva assente, e, sotto specie dell’immagine sua, teneva il picciolo Ascanio nel grembo e lo Lasciava. Le torri incominciate non crescevano piú oltra, né piú le fabriche si finivano, ogni opra era interrotta, la gioventú piú non essercitava l’armi; perché, cercando d’occultar l’amor suo e piú infiammandosi, era fatta tutta diversa dal primo essere. Ma da queste, ch’io v’ho detto, potete leggiermente considerare le altre circostanze, e piú a pieno il vero.

Baffa. E voi che ne dite? Ché state cosí queto?

Domenichi. A mio giudicio, è verissimo e naturalissimo quanto ha detto il signor Raverta. E che sia il vero: che piú difficile sia dissimulare che fingere amore, se non è, togliete questo essempio, a voi proprio. Una donna, che voglia accrescere