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angoscia 115


rumoreggia oltra modo, non crida piú di uomo furibondo, non per altro, salvo per darmi grande angoscia, cioè dolore e pena, onde che son sforzato di attristarmi per suo amore. Pertanto vi giuro che piú di sette e sei volte al giorno io chiamo la morte che me struggia, per non angosciarme tante volte; perché gli è minor pena di morire che non è il vivere angosciando. E, se del mio parere si truova alcuno, tu, savio lettore, saperlo pòi. Sí che, se ami di vivere senza angoscia, fuggi la tanta benevolenza mortale; perché altro non si coglie dell’amore mondano, che infamia e disonore, overo morte orrenda, o vita almeno angosciosa; ed è quel tarlo, che senza posa rode il cuore afflitto.

E «pianti» gli è l’ultimo frutto, che si coglie stando in servizio della donna malvagia. Oh frutto amaro, frutto acerbo, frutto grave ruina, frutto cagione di cecitá, frutto che oscura un volto sereno, frutto che finalmente dislegua l’uomo, piú che il sole la neve, piú che la cera il fuoco! Percioché i pianti son quelle lagrime, che mostrano il cuore essere appassionato, e nascono per il lamento che fa l’uomo doppo la morte di alcuno overo doppo la perdita di cosa cara. Imperò dimmi, afflitto amante, se gli è gran perdita del danaio e robbe. Son certo non negarai: perciò ancora tu piangi. Dunque dirò che la povertá è cagion del tuo pianto, perché, mentre che tu possedevi il danaio e robba, tu non piangevi. Imperò ora, per esser privo di dette cose, te lamenti piangendo e struggendoti. Dimmi: chi te ha levato il denaio e robba? — La donna — risponderai. Perciò la donna è cagion di pianti, e non la robba overo il danaio. Sí che chi semina danaio e robba, al fine coglie infiniti pianti per frutto, non senza angoscia, disio di morte ed infamia. Nella qual si vede perciò che pria era accommodato di sorte che non avea di bisogno di oro, nè di argento, nè di superbi drappi; ma al presente, per cagion d’una forse vil femminella, ha di bisogno d’un pezzo di pane e di caso, che offeriva l’antico Diogene a quelli che disiavano essere suoi amici. Oh donna, danno! Oh donna, ruina! Oh donna, pericolo! Oh donna, infamia! Oh donna, morte! Oh donna, angoscia! Oh donna, pianto eterno!