Pagina:Trattati del Cinquecento sulla donna, 1913 – BEIC 1949816.djvu/257

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libro secondo 251


avute la sua bella innamorata; cosí vengono ad essere belle e meritare un cotal titolo, il quale ebbero quelle di Laura, gridando il Petrarca «O bella man». Le vorrei sottili, ciò togliendo pure all’antedetto poeta nella due volte citata canzone, e lunghe, in ciò seguendo Properzio nel secondo, che si fatte scrive essersi ritrovate in Cinzia, e messer Ercole Strozza pure nel secondo de’ suoi Amori, il quale aggiunge un maraviglioso candore essersi potuto vedere in quelle della sua diva ancora. Vorreile tenerelle e tutte polite, sí che le dita loro potessero contendere con quelle di Bacco, alle quali rassomigliò quelle di Narciso Ovidio; ed esse poi belle mani far di invidia molta ir piene Giunone, Venere e la casta sorella di Febo, come scrive messer Tito Strozza, il padre, avere potuto fare quelle della sua pura e vaga Anzia. Vorreile grassette e senza vene apparenti, vorreile finalmente colorite e rosate alquanto, e l'unghie delle belle dita somiglianti a perle orientali; il che appare in quel sonetto, poco fa citato, essere suto in Laura. Ora tempo mi pare di trapassare ai fianchi, i quali senza alcun dubbio, a voler essere riguardevoli, bisogna che sieno anzi rilevati che no. E l’Ariosto, nel bello d’Olimpia occupato, disse: «i rilevati fianchi», e nella Cassaria, commedia di lui cosí intitolata, dove parla del grandissimo studio, che hanno le donne, di abbellirsi, «in rilevarsi nei fianchi» disse. «I castigati fianchi» disse lo Strozza messer Ercole, parlando della sua donna nel citato luogo di sopra. Quanto spetta alle anche, io mi spedirò con una parola tale, ch’io vo’che sieno belle e quali furono quelle d’Olimpia, di cui ragionando pure l’Ariosto, doppo l’aver detto de’ fianchi, «e le bell’anche» disse poi. Del ventre, ché al ventre posso oggimai valicare, dirò questo, ch’egli dee essere netto, anzi nettissimo, e tutto piano, onde l’Ariosto, pure d’Olimpia vaga parlando, «E netto, piú che specchio, il ventre piano» disse egli. Sará ancora gonfio, ché cosí amo meglio di vederlo, che quale si scorge nel Moreto di Vergilio aver avuto Cibale, ancella del vigilante e faticoso Similo, cioè compresso ed attratto; il che nelle donne non è dicevole, ma sí bene piú tosto biasmevole viene egli ad essere appo qualunque buono conoscitore