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194 Arte romana.

greca ed alla romana lo ha significato Virgilio con la solenne magniloquenza dei suoi versi immortali1.

V’erano però parti più corrispondenti al genio romano, come quelle che concorrevano alla vita pratica, quali l’eloquenza, la storia, l’architettura, la scoltura storica; e queste, pur mantenendosi greche nel loro germe, svolgendo e variamente combinando i greci elementi, si fecero romane veramente, e adattate agli usi, alle condizioni del nuovo popolo, in sè portarono impressa la forza e la grandiosità di questo. Così all’architettura, combinando l’elemento etrusco o italico dell’arco e della volta, con gli elementi degli ordini greci, il genio romano compose l’eleganza con la grandiosità, compì opere la cui solidità attraversò i secoli, la cui bellezza innamorarono le menti; quindi può dirsi che l’architettura tutta risplenda l’originalità romana.

Bisogna però aggiungere sùbito che questa grande arte romana non divenne mai popolare, poichè, non essendo la manifestazione nativa e spontanea di popolari facoltà, divenne prerogativa, cura e diletto di una parte eletta della nazione, d’una vera aristocrazia intellettuale; e tale divenne quasi forzando la natura romana, non senza aver combattuto un forte contrasto contro il sentimento dei molti, che, tenendosi fedeli alle tradizioni della vita cittadina, agli ordinamenti patrî sociali e religiosi, vedevano nel nuovo spirito d’ideali speculazioni, negli intenti del pensiero alieno dalla vita reale e pratica, una minaccia, un pericolo di crollo delle patrie istituzioni. Catone seniore personifica in sè

  1. Ved. Virgilio, Aeneis, VI, 843-853.