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204 Arte romana.


Sorgeva il tempio sul Capitolino, la cui sommità si divide in due vette, una rivolta a sud-ovest (dove ora è il palazzo Caffarelli) l’altra a nord-est (dove sorge la chiesa di S. Maria in Aracoeli). Le due vette sono separate da una interposta bassura, che oggi è la piazza del Campidoglio. Fu lunga controversia su quale delle due vette fosse posto il tempio, il più degli archeologi italiani inclinando a collocarlo sulla parte di nord-est, gli archeologi tedeschi invece su quella di sud-ovest; oggi si tiene generalmente questa ultima opinione1. Era il tempio disposto secondo l’orientazione templare etrusca, coll’ingresso o pronao volto a mezzodì. Nella sua forma primiera stette per più di 400 anni, fino al 671 di Roma (83 av. C.), nel quale anno fu distrutto da grande incendio, ma da Silla poi interamente rifabbricato sui medesimi fondamenti. Incendiato nuovamente al tempo della rivoluzione sotto Vitellio imperatore, fu restorato da Vespasiano; e danneggiato poi nuovamente, fu una terza volta rifabbricato e riconsacrato da Domiziano. Sebbene nelle età di queste ricostruzioni il sistema del tempio romano fosse grandemente mutato per l’influenza greca, pure il Capitolino, per rispetto religioso, stette mantenuto nelle antiche sue forme, salvo che fu adornato con più ricco materiale (Tacit. hist. III, 72 e IV, 53), come già s’era cominciato nella ricostruzione di Silla, che l’ornò di colonne tolte dal tempio di Zeus Olympios d’Atene. Una descrizione del tempio, qual’era dopo la re-

  1. Ved. intorno al tempio di Giove Capitolino la descrizione di Dionigi d’Alicarnasso, IV, 61, 3, 4, e la ricostruzione in Durm, Baukunst der Etrusker und Römer. Cfr. un suo disegno in un rilievo di Aureliano (Durm, op. cit., pag. 45); B. v. Köhne, Der Tempel des kapitolin. Jupiter nach den Münzen, Berlino, 1870.