Vai al contenuto

Pagina:Trattato di archeologia (Gentile).djvu/329

Da Wikisource.

Architettura. 267

cui imagine vedesi in un alto rilievo dell’attico (ved. tav. 62). Il tempio della Dea è ancora in buona parte conservato su disegni del secolo XV; ma fu distrutto ai tempi di Paolo V (1605-1621), per usare del materiale in altre costruzioni.


V. Monumenti degli imperatori Traiano ed Adriano.

L’età in cui l’arte greca ebbe un ultimo splendore di rinnovamento nell’arte romana è quella degli imperatori Trajano ed Adriano; il primo dei quali ebbe consigliere e ministro delle sue grandi opere l’insigne architetto Apollodoro, e l’altro fu egli stesso artista. L’uno e l’altro nel momento in cui il mondo romano riposava in prospera pace arricchirono l’impero di costruzioni e di monumenti.

Apollodoro, artista greco orientale di Damasco, può dirsi l’ultimo grande architetto delle scuole greche. Saviamente Trajano lo prepose alla direzione delle nuove opere ch’egli in Roma non solo, ma anche in altri luoghi dell’Impero, edificava. Apollodoro disegnò e curò la costruzione di un teatro rotondo, detto Odeum, di un nuovo edificio di Terme, di un Circo per le corse dei cavalli, del gran ponte sul Danubio, il quale credesi rappresentato in alcuni rilievi e sopra monete dell’imperatore Trajano1; infine fece costruire il grande e splendidissimo Foro Trajano, di cui ancora rimangono alcune vestigie (ved. tav. 63). Apollodoro sembra aver avuto grandiosità di concetti congiunta col sentimento delle proporzioni e col gusto di una semplicità elegante e graziosa.

1. Il Foro «Trajano» e i suoi monumenti. — Il

  1. Ved. Cohen, Médailles impériales, II2, n. 545 fol., Circo; n. 542-544 pel ponte sul Danubio.