Pagina:Trento con il sacro concilio et altri notabili.djvu/320

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[Pietro Busio incendiato vivo, e perche.] Signor di Nomio, Huomo d’egregie qualità mosso à compassione dell’afflitta Patria s’era messo in capo di poter’ egli sedare la moltitudine, come in fatti a tal fine uscì di Trento, e si portò à Nomio sua Giurisdittione. Colà datosi à perorar’ à Villani, trà gli altri à’ suoi Vassalli, gli essortò con vigore alla fede del Vescovo. Ma ingelositi i Rustici, ch’egli ò si volesse far Capo, ò machinasse tradirli, ò che ne fossero mal contenti, lo condannarono vivo alle fiamme, per sentenza publica, che fù essequita li 3. Luglio con estremo cordoglio della Città.

[Republica Veneta, e Duca di Milano offeriscono aiuti al Trentino Vescovo.] In tale stato di cose i Veneti, come providissimi, per ovviar’ al fuoco, che si vedevano vicino, e confinante, mandorono offerir soccorsi validi, e pronti; e lo stesso fece il Duca di Milano Francesco Sforza, per gratitudine d’essere stato ricovrato in Trento, all’hor che da’ Francesi venne scacciato dal suo Dominio. Non accettò tutta via tali aiuti il Trentino Vescovo sù la certitudine, c’hebbe di poter’ egli da se supplire à questa Guerra, come tosto seguì; perche, tornato da Riva à Trento sgombrò i Trentini torbidi con la presenza, e con manierosa auttorità confermando nella fede i Cittadini fè svanir’ ogni prattica, e intelligenza à’ Rustici, che si viddero perciò, come perduti, ne valendo atterrar le mura per mancanza d’Artiglieria, cercano atterrirle con Arcobusi. Sbarrano anche contro il Castello per le finestre, spargendo voce essere ferito gravemente il Vescovo, ne poter campare.

Si dibattono in somma, e cercano di far gli ulti-