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Trento. | 505 |
[Dogana, & sua Fabrica in Riva.] tail Porto; quindi viene, che anco il Danaro vi corre notabilmente. Vi si danno senza i Molini, Fucine, Lanificij, & altro, cinque Edificij di Carta, che si fabrica d’ogni sorte, spacciandosi gran parte per il Trentino, e il più per Venetia, da dove passa quasi tutta in Turchia. Per maggior ricetto delle Merci à Riva pende hora la Fabrica d’una Dogana publica, & è in procinto d’aprirsi dietro al Pretorio un gran Portico à un sol Arco, che sbocchi verso il Lago, & sù la Piazza. Si fanno anche in Riva Sete in quantità, che per il lavorio vanno à Rovereto Città, dove fiorisce tal negotio.
[Campagna di Riva quale.] Con il provento del Traffico, del Porto, de gli Edificij, e del Passo, che fà per Italia, e Germania, vive Riva anche di Campagna, che hà non molto ampla: ma però fertile di Grano, Vino, & Oglio. Et se il Grano non fa, che per pochi mesi: il Vino supplisce anche per il Grano, si come l’Oglio và in avantaggio, e per via del Vino vengono dalle vicine Valli i Laticinij, e Carni buona parte, e tutti i Legnami, che occorrono. Hà poi Riva senza il Piano, alcuni Colli, o Costiere fruttifere, e il Monte di Brion assai coltivato; havendo non men di proprio la Val di Ledro, che da molti viveri per esser Valle fertile, e pingue. E oltre i Domestici fornisce quantità di Selvaggi, trà quali i Cotorni, Francolini, e Cedroni; e trà i Quadrupedi manda que’ Vitelli così grandi, e pretiosi, che se havesser l’Ali, come le soglion fare per Venetia, non si rintracciaria più altra Selvaticina.